Veronica Fino
Dal Canada arriva il suggerimento di un gesto neutro, inconfondibile e universale per
chiedere aiuto in caso di violenze SignalForHelp: il gesto di una mano che si chiude per chiedere una mano.
Dal Canada alla rete arriva il gesto per esprimere disagio e denunciare le violenze domestiche.
Ideato dalla “Women's Funding Network” (WFN), in collaborazione con la “Canadian Women's Foundation” si è pensato alla campagna #SignalForHelp, nella quale un gesto, di per sé comune, semplice e strutturato in tre mosse: con una mano, la vittima rivolge il palmo verso l’altra persona con la quale stabilisce un rapporto visivo, piegando poi il pollice all’interno, chiudendo le altre dita in modo di fare un pugno, e permettere chiaramente di chiedere aiuto senza esplicitarlo a parole e insegnare, allo stesso modo, come contribuire attivamente senza rischio per nessuna delle due parti.
Se, nell’ultimo anno, da una parte molte famiglie si sono ritrovate, fra discussioni, spasmodiche ricerche di ricette e pizze sfornate, come fossero rituali, canti sui balconi quali momenti e tradizioni in famiglia, sfortunatamente dall’altra parte si è registrato un drammatico incremento di casi di violenza domestica, finanche femminicidi in costante crescita. Molte delle donne già vittime di abusi domestici hanno trascorso gran parte del loro tempo con i propri carnefici, vittime silenziose il cui grido di aiuto non sempre è di facile ascolto. Sul web girava fino a qualche tempo fa un video, verosimilmente ispirato a fatti realmente accaduti, secondo telefonate al 911 e al 112 nostrano, realizzato nella modalità “POV” (point of view, ovvero punto di vista, in cui l’utente inventa liberamente argomento e scene, spesso da lui stesso recitate, spesso indirizzando il punto di vista della fotocamera verso l’utente che guarda, come a dargli l’impressione di essere parte della storia), narrante la relazione burrascosa di una ragazza con un fidanzato violento che, tramite l’ordine di una pizza ad un numero di emergenza, riesce a farlo arrestare in fragranza di reato.
L’idea di portare anche in Italia il gesto è dell’attivista sociale Giuditta Pasotto, che sostiene quanto sia difficile, con l’uomo spesso in casa, far capire l’esigenza di una aiuto, e, dall’altra, quella che il gesto diventi universale: “la campagna SignalForHelp si propone di offrire un nuovo strumento per chi è in pericolo, ma anche di insegnare alle persone che vogliono aiutare, come farlo in modo da non mettere a rischio la sicurezza di chi ha bisogno di aiuto”. La speranza è che questo gesto diventi il più possibile virale.
Chiedere una mano, per poter dare una mano.
Fonti: corriere.it; Io Donna
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