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Il Mercato Solidale Onlus, raccontato da Donato Vallariello

Intervista esclusiva al fondatore della neonata Onlus Il Mercato Solidale: ideazione, sviluppo, sostegno di volti noti e nuovi progetti di un’iniziativa nata durante la pandemia che è diventata sinonimo di volontà di adesione collettiva.


Il Mercato Solidale raccontato da Donato Vallariello: “è per mia figlia che ho deciso di fare felici gli altri bambini”. Come la forza della concretezza e Instagram smuovono un Paese in soccorso dei più fragili.


Il Mercato Solidale nasce dalla volontà di creare un’iniziativa solidale a marzo 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, per mettere in contatto persone in difficoltà e donatori disposti ad aiutarli concretamente.

Da un’idea di per sé, sulla carta, “semplice”, si è passati ad una pagina Instagram, e da lì, si è giunti a cooperare con volontari e aiuti su più fronti, tanto da diventare da pochissimo tempo un ente no-profit.

Ad aiutare nell’impresa, l’impatto e l’immediatezza della pagina, la realtà raccontata, e il non meno importante aiuto di esponenti dello Zoo di 105, che hanno verificato l’onestà del progetto.

Questo prevedeva, inizialmente, di donare una spesa per chi era in situazioni di economia precaria, inserirla in un pacco, inviandone tramite dm (direct message) comunicazione di dimensioni e volumi, attendendo arrivasse il corriere a provvedere al ritiro e al processo di consegna alla famiglia ricevente aiuto. Nessun intermediario, in barba alla privacy, il coraggio di ammettere di essere in stato di crisi, un senso di appagamento e solidarietà, un plauso all’efficienza, e la gratitudine che emerge attraverso una semplice fotografia.

In seguito, oltre alla spesa spedita, molti sono stati i volontari coinvolti nel raccogliere il necessario per gli indigenti, e molti coloro che hanno segnalato persone che, pur non in cerca di aiuto esplicito, per mancanza di modalità, strumenti o, più semplicemente, per pudore e timore di essere giudicati, non sapevano come rivolgersi a qualcuno. Personalmente, ho aderito fin da subito a questa straordinaria opera di bene collettivo, che ho scoperto attraverso le stories di Stefania Caroli e Stefania Pittaluga, rispettivamente mogli di Paolo Noise e Marco Mazzoli, entrambi protagonisti del celebre e irriverente “Zoo”. E ho avuto la fortuna di scoprire un mondo in cui governa ancora il “nonostante tutto”, la speranza, la realtà del “distanti ma uniti”, quella del motto de Il Mercato Solidale stesso.

Lo sappiamo, la pandemia ha cambiato la vita di ognuno di noi. Ha cambiato parte di ognuno di noi.

Stili di vita, scontri generazionali, attenzioni per quelle piccole cose che più ci sono mancate, disattenzioni, nuovi metodi di interazione, studio, pensiero, abitudini, percezioni, paure recondite, egoismi e senso di iniquità e rabbia sono stati in gran parte stravolti. Indubbiamente, moltissimi cittadini sono stati colpiti da una divagante crisi economica che ha amplificato ancor più il divario fra ricchissimi e poveri, annientando quasi del tutto la classe media, già da tempo con risorse via via più limitate.

Ma realtà come la nostra “Mai Più Solo”, che si occupa principalmente di denunciare tematiche sociali, bullismo, cyberbullismo e combattere per i più fragili fra i giovani, e Il Mercato Solidale illuminano parte di quel buio in cui la società sembra scomparire, preda di se stessa, rifugiata in un mondo a parte, dove tutto sembra migliorato, filtrato, ovattato, e inevitabilmente per questo, ha la caratterizzazione del finto non teatrale. Perché, sia chiaro, a teatro le azioni sono reali, vere e potenziali, in un’atmosfera di finzione “pattuita implicitamente” fra spettatori e attori.


Io e il fondatore de IMS Donato Vallariello ci siamo sentiti telefonicamente, via messaggio, più volte -ne ricordo anche una in particolare: era il periodo natalizio del 2020, uno dei più brutti per il mondo dacché io abbia memoria, ed entrambi eravamo sconsolati perché il corriere non passava mai nei pressi di molte case a ritirare i preziosi pacchi;

fra quelli, c’erano anche i miei.


Oltretutto, il numero delle richieste per le consegne era enorme, mentre le persone avevano difficoltà e necessitavano di cibo e qualche dono, se possibile.

Fu così che io e il mio compagno decidemmo di recarci personalmente in quel del deposito centrale dell’azienda di trasporti e consegnarli a mano affinché giungessero a destinazione. Ricordo gli indirizzi, ricordo i nomi delle famiglie, e l’ansia affinché queste potessero avere quel prodotto in più nella dispensa, e leggere il biglietto che io stessa avevo scritto per loro.


Mi ricordo bene come, volendo, io stessa, e analogamente chiunque avesse aderito con il mio entusiasmo, avrei potuto persino cercarli su Facebook, con quella morbosità tipica delle persone piccole, piccolissime dentro.

Ma al di là del carattere, queste persone in cerca di una mano e di un piccolo sollievo hanno tutto il mio rispetto.


Sì, perché chiedere aiuto è difficile; spesso ci si sente affranti, impotenti, ricolmi di vergogna, come se un licenziamento, un fallimento conseguente un disastroso quadro economico (mondiale e locale) e ancor più bersagliato e sconquassato piano di ristori, li rendesse meno valevoli di considerazione. Propriamente questo meccanismo annichilente intercorre, sovente, in coloro che non mettono a fuoco fino in fondo che le difficoltà, fisiche ed economiche, sono parte delle avversità di questa assurda vita (e ancor più complicata, in relazione all’ultimo anno e mezzo trascorso), mentre, per contrario, il motivo per cui si dovrebbe provare ripudio è ben altro.

Lo sdegno dovrebbe presentarsi in altre occasioni, e, regolarmente, chi dovrebbe provare sdegno per se stesso, per i propri atteggiamenti -online e offline-, le parole, i non detti machiavellici, la cattiveria, la noncuranza, l’indifferenza verso gli altri.

Ahi noi, lo abbiamo appurato più volte, molti di questi sono gli stessi che cantavano dai balconi, postavano arcobaleni al coro di “andrà tutto bene”.


Bene”, possiamo dirlo a metà.


Meglio”, di sicuro.

Ma non tutti migliori.


Grazie allo scambio di parole, ai contenuti e alla voglia di raccontare ancor più questo meravigliosa realtà in continua evoluzione, ho chiesto e ottenuto un’intervista, con tante buone novelle in esclusiva, direttamente da quest’uomo straordinario, Donato, per raccontare, anche attraverso la sue parole, come tutto è nato, come si sta sviluppando, e quali sono le novità e i sogni per il futuro.


Premessa:

V: “Mi tocca veramente da vicino questo argomento perché conosco svariate persone in difficoltà, ad una persona amica che con la cassa integrazione non sarebbe riuscita a sfamarsi senza esaurire ogni fondo, abbiamo fatto la spesa, io e il mio compagno, e davvero ci sono molte situazioni allucinanti. Basta guardare un po’ più in là.

Al di là dello encomio, che è doveroso, ecco (replica ringraziandomi, anche se io rispondo che il grazie, immenso, va a lui e a chi collabora con lui): io ammiro in particolare la tua, la vostra capacità di smuovere le persone.

Aggiungo che, da una parte c’è da elogiare anche la capacità del chiedere aiuto. Io, ad esempio, quando ho un problema, per carattere, tendo a risolverlo da sola”


D: “Lo capisco, non è facile”


V: “Come sei riuscito a trovare il modo di far sì che le persone si sentissero libere e non giudicate chiedendo aiuto? Questo è a mio avviso è l’aspetto più bello”.


D: “Si, e innanzitutto, si basa sulla fiducia. O meglio, ovviamente il punto fondamentale è la fiducia. Purtroppo noi italiani, permettimi di dire una cosa, siamo cattivi e cerchiamo sempre di fregare il prossimo. Te lo dico perché da quando ho aperto Il Mercato Solidale ne ho viste davvero tante: c’è chi aveva il supermercato e ci ha chiesto pacchi alimentari per rifornire il supermercato gratis; ancora, ho visto sulle storie di Instagram di gente che andava al ristorante e poi chi ci chiedeva pacchi di cibo, ragazzine con un iPhone 12 nuovo di zecca scrivere di non poter fare la spesa, altra gente che creava più profili per ottenere più pacchi, poi rivelatasi la stessa persona.

Ecco, io voglio distruggere il mito che l’italiano è solo cattivo e vuole solo fregare.

Noi, fortunatamente, grazie allo “Zoo”, abbiamo una certa credibilità. E lo “Zoo”, prima di dartela ti mette alla prova tante volte, fa mille ricerche perché, di fregature, ne hanno prese tante. Io sono molto contento di questo, sono molto amico di Marco, di Paolo e delle rispettive mogli” (la Signora Pittaluga e la Signora Caroli); ci sentiamo tutti i giorni.

Quindi è bello così: smuovere le persone perché la prima cosa mi dicono è “eh, ma io mi vergogno”. Io li fermo e rispondo loro chiedendo se abbiano ammazzato qualcuno. Questo li spiazza, così da lasciarmi sottolineare che ci si deve vergognare non delle difficoltà, ma delle brutte azioni. Dico loro “Tu oggi stai chiedendo aiuto come papà, come mamma, come amico e non c’è bisogno di vergogna”.


V: “Penso che sia perché siamo troppo condizionati dal parametro di alterazione dell’empatia, del timore, e anche una forma di protezione perché mostrare la fragilità ci espone al giudizio, nonostante la menzionata fragilità sia ben altra, e allo stesso modo chiedere una mano diventi una forma di forza. Anzi, è un atto di coraggio dire “ok, non ce la faccio, perciò mi fermo, ho bisogno di aiuto, anche perché poi si rischia di cadere in un giro brutto”


D: “Sfortunatamente si”


V: “Esatto, ci sono casi in cui non sapendo come farsi aiutare poi si innesca un meccanismo di perdita delle persone, che si chiedono perché, rimanendo con grande amarezza. E facendo questo, ci si allontana da se stessi in primo luogo, e poi dagli altri, creando una vita di immagine che poi diventa priva di contenuto, minando i rapporti”


“Come nasce IMS?”


D: “Io ho un lavoro che fortunatamente non ha mai chiuso. Ti dò una chicca che concedo a pochi. Il Mercato è nato guardando mia figlia. Mi ha detto: papà tu sei felice, e devono essere felici anche gli altri”. E di lì, mi è venuta l’idea, mi sono chiesto “come faccio a distribuire la felicità che hai tu agli altri”? Perciò, così ho fondato IMS”


V: “(commossa, aggiungo) Che cosa bellissima! Personalmente io credo che i più piccoli siano una connessione con l’alto. A rischio di apparire poco professionale, -ahimè- io mi emoziono, in particolare per queste cose, perciò scusami. Anzi, grazie per aver condiviso queste cose con me. Sicuramente è un messaggio forte e credo non ci sia molto di equiparabile ad una frase del genere chiesta da una bambina, come in questo caso”


V: “Prima di tutto, perciò, sei un papà, ecco perché hai tanto a cuore i più piccoli”


D: “Si, poi ti voglio dare una piccola esclusiva che ancora non sa nessuno (all’epoca dell’intervista, ancora era una notizia nuova anche per i ragazzi dello “Zoo”).

Ne parlavo oggi con Barbara, che è il Presidente dell’Associazione, perché devi sapere che in Italia se hai una Partita Iva non puoi ricoprire questo ruolo. Finalmente, infatti, dopo un anno, Il Mercato Solidale è stato riconosciuta come associazione a tutti gli effetti, di conseguenza abbiamo aperto la prima sede fisica a Pescara. Ci siamo io, Paola, che è la nostra contabile e, per l’appunto, Barbara. Io sono rimasto comunque il socio fondatore.

Vogliamo aprire un progetto che si chiamerà “La Casa Solidale”: siccome a luglio sono partiti gli sfratti abbiamo fatto partire una gara di solidarietà per istituire un fondo. In accordo con Comuni e Regioni vogliamo riuscire a comprare degli stabili in disuso, ristrutturarli grazie anche a finanziatori e imprenditori che vorranno partecipare e dare questi alloggi alle persone in difficoltà. Questo è, ad oggi, l’obiettivo più grande.


V: “grazie, soprattutto a livello umano perché c’è bisogno di quelle che io chiamo storie di cuore, in quanto si vede sempre troppo brutto, fa notizia solo la parte più brutta, e quella bella, in qualche modo è messa un po’ in ombra, per quanto costituisca un’eccezione, ma gratifica e tampona il brutto. Io stessa durante il periodo di totale disorientamento durante la pandemia ho scritto di questi episodi di umanità, spesso piangendo nel medesimo momento, per l’empatia che suscitavano, sperando che questa potesse rimanere anche dopo i celebri e celebrati canti dai balconi. Mi auspicavo che la cooperazione andasse avanti nel tempo, e invece si è andata perdendo…


D: “Mah, io stesso pensavo, mi ripetevo che ne saremmo usciti migliori, ma purtroppo non è così. Purtroppo la cattiveria c’è, esiste, ma noi la combattiamo e non è un problema!”

V: “esatto, l’importante è che si riesca sempre a dare importanza alle cose belle e di grande valore umano”

D: “guarda, faremo così tante opere belle che cancelleremo anche la cattiveria!”


V: “Sai, io credo che nulla accada per caso, pur non intendendo asserire di essere fatalista. A mia volta ti racconto un fatto personale, come non sono solita fare.

Un pomeriggio abbiamo deciso di passeggiare a piedi per un aperitivo dietro casa, episodio raro, eppure proprio quella sera, mi è capitato un episodio in cui un ragazzo, che poi ho scoperto di El Salvador (e per chi è credente, fa già riflettere) arrivava, fra le tante persone passategli accanto, nonostante le ciabatte distrutti e i piedi consumati letteralmente dall’asfalto bollente di un caldissimo fine luglio milanese, mi offriva venti centesimi per fare una telefonata. In un mix di inglese e spagnolo spiegava di essere arrivato a piedi da Porta Venezia a Milano, visibilmente malmenato perché non volevano dormisse sulle panchine del parco. Teneva in mano una Bibbia e un quadernino sul quale annotare parole apprese. Il suo primo gesto è darmi il suo passaporto, affinché mi sentissi tranquilla, io così come il mio compagno. Per farla breve, lo abbiamo caricato in macchina, insieme al mio cane, per sentirmi più sicura, alla ricerca dell’associazione di missionari che si occupava di ragazzi sudamericani appena arrivati in Italia. Gli ho offerto un panino e una mela, insieme ad una bottiglia di acqua. Non avevo mai visto nessuno piangere davanti ad una mela. E in me sono risuonate le famose parole “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere”. (Matteo 25,35-44)

Pertanto, non posso che ammirare il tuo, il Vostro costante operato, e la gratificazione umana che vi regala ogni giorno.

D: “che bella cosa, sono queste che fanno il mondo migliore”


“Tornando a noi, cosa caratterizza IMS, secondo te?”


D: “Credo che le persone si siano fidate perché non è solo qualcosa di virtuale: ad esempio, a Natale sono andato di casa in casa personalmente a portare regali a bambini che non avevano nulla, nei quartieri più difficili di Roma. Molte persone erano contrariate da questa scelta, ma io sono felice e sapevo di doverla fare.

A Pasqua, invece, abbiamo mandato doni e uova”


V: “Dal social fino al primo evento in presenza: un modo per ripartire, per incontrare volti non più mediati”


D: “Si, a luglio abbiamo avuto una giornata pienissima a Pescara, dove abbiamo regalato puzzle, giochi educativi ai bimbi. Sono accorsi in tanti, gioiosi, è stata un’esperienza indimenticabile. Il primo incontro vero, di persona, con gli altri per me e per i nostri volontari. Una festa per il cuore

A Ottobre ci sarà un evento molto importante in una Casa D’Aste molto importante a Milano e verrà messo in vendita un Fumagazzi, noto agli amici dello “Zoo”, molto importante e il ricavato sarà devoluto al Mercato Solidale.


Nel frattempo Paolo Noise ha messo a disposizione dei gadget per raccogliere ulteriori fondi, ottenendo un buon successo.


V: “Personalmente trovo che la natura peculiare e non classica di aiuto sia la chiave del successo stesso del Mercato. Moltissime persone si sono trovate in difficoltà con la pandemia, perdendo il lavoro, alcuni ipotecando risparmi di una vita, case, attività”


D: “Si, il primo grande traguardo è stato aver fatto una convenzione con Lidl Italia, così da poter fare raccolte attraverso i volontari per la Spesa solidale, dove i nostri volontari raccolgono ciò che viene donato, per essere in seguito smistato e preparato per essere spedito o portato dagli indigenti. Fortunatamente riusciamo anche a fare scorte in un magazzino che abbiamo preso. Oltre, naturalmente, ai tanti donatori che come te e tanti altri che continuano a mandare pacchi.

Ci sono anche tutti i vari progetti che abbiamo affrontato durante questo anno e che sono andati alla grande.

Fra questi:

  • “Adotta una torta”, dove contattiamo le pasticcerie dei vari paesi e facciamo arrivare a casa dei bambini in difficoltà una torta di compleanno tutta per loro

  • Adotta una mamma”, che offre opportunità a chiunque lo volesse, di fare la spesa ad una mamma in difficoltà, spesso vittima di violenze, per un mese o più

  • “Insieme per Mattia”: una ricerca fondi per giungere a €3000 richiesti per acquistare il materiale per risistemargli la bocca, affetta da una grave forma di piorrea che gli fa perdere i denti. Il dottor Alessandro Masci e la sua equipe si sono offerti di operarlo gratuitamente

  • “Insieme per Giacomo”, un ascoltatore milanese della radio che viveva in auto, lontano dalla figlioletta e, che grazie all’aiuto di Paolo (Noise) e della Stefanina (Caroli) , ha trovato un riparo presso la stanza di un B&B, in attesa di un’offerta di diverso alloggio e di lavoro

  • “Un’Ape per Ilaria, Albert e i piccoli Dominik e Azzurra”: la ricerca di un aiuto economico di circa €600 per acquistare un’Ape car come mezzo di trasporto del padre in modo da aiutare e tornare a lavorare

  • “Le bomboniere Solidali”

V: “Quanti siete?”


D: “Tanti! Eravamo solo noi tre, inizialmente, e ora ci scrivono in tantissimi per aderire al nostro progetto con la concretezza delle mani che lavorano, si adoperano per gli altri”


“Il vostro principio è quello di non lasciare indietro nessuno, animali compresi. Soprattutto perché i nostri amici pelosi sono stati di enorme supporto emotivo. Strappando un sorriso ogni giorno. Io ho tre cani e, lo dico senza problemi, non so come avrei fatto per questo anno e mezzo senza di loro. Tornando a voi… Qualche tempo fa avete prontamente trovato soluzione per una casa dove il papà di un ascoltatore dello “Zoo di 105”, malato gravemente, potesse tenere con sé i suoi tre amati pastori tedeschi, che in una battaglia dura come il cancro sono per lui una panacea”

D: “Si, grazie agli ascoltatori e a chi ci segue, in brevissimo tempo abbiamo trovato casa a tutti loro. Proprio perché crediamo nell’importanza degli animali nella vita delle persone che con loro hanno condiviso dolori, ma donato anche tanto sollievo e gioia nei giorni di maggior dolore, è stata aperta una pagina proprio per i quattrozampe su Instagram (@unazampasolidale).

L’intento è quello di essere la prima community solidale per salvare animali in difficoltà, donare loro cibo, sfamarli, toglierli da situazioni estreme, trovare loro una famiglia, senza dimenticare di sensibilizzare contro l’abbandono, facendo una vetrina per loro.


Si stima che se nel 2020 il numero di adozioni di cani a ridosso della pandemia sia aumentato del 60%, attualmente il numero di abbandoni sia quasi al 50% di quello stesso numero. Un’onta che sottolinea quanto gli animali siano stati in qualche modo sfruttati durante i periodi più bui per gli uomini; mentre ora, in tempi apparentemente più semplici, essi non siano diventati altro che oggetti da restituire.


Come sempre, il Mercato cerca di portare sorrisi anche a chi non ha voce a tutti loro.


Pronto ad aiutare i proprietari bisognosi di aiuto.


Per le donazioni, si può continuare a utilizzare il metodo classico del direct su instagram o andare sul nostro sito www.ilmercatosolidale.it"


In particolare, durante questi giorni di emergenza ulteriore, non più solo sanitaria, ma dovuta agli incendi, dal disastro turco, a quello in Sardegna e Sicilia, passando per Pescara, la città dove ha sede IMS, è stata lanciata una colletta per donare aiuti. Più in dettaglio, è nata l’idea di adottare alberi, acquistandoli e portandoli nei luoghi deturpati dal fuoco, per poter permettere loro di crescere rigogliosi, ancora una volta. Un passo verso un futuro con radici sempre più profonde e solide.


In una terra tanto complessa, abitata da un popolo ancora più complesso, quello italiano, emerge, oltre al perbenismo e alla cattiveria, quell’essenza perbene e la virtù che si mette in moto, e si crea una catena solidale, che tutti, insieme, possiamo sostenere.


Il prossimo evento si terrà a Margherita di Savoia il prossimo 19 Agosto, con una serata dedicata al cinema. Presenza principale prevista è quella di una fra le prime madrine del Mercato, Margot Sikabonyi, scrittrice e attrice resa celebre dalla fiction RaiUn Medico in Famiglia”.


Al di là di questa lunghissima intervista, essa non è altro che un ringraziamento, personale e collettivo, per tutto ciò che si può costruire, e per il modo in cui essere parte di questo (mi, ci) fa sentire.


Distante, forse,

più unita, indubbiamente,

mai più sola, di sicuro.


A cura di Veronica Fino


Il Mercato Solidale e Famiglia dello Zoo di 105.

Paolo Noise, Stefania Caroli, Marco Mazzoli e Stefania Pittaluga


Alcune delle iniziative de Il Mercato Solidale, che include la raccolta con il supporto della catena di supermercati Lidl Italia.


A seguire, immagini di raccolta, spese solidali, aiuti a favore de “Una Zampa Solidale”, richieste di aiuto, Un’ape per la famiglia di Albert, la lettera di un’insegnante che vuole donare libri ai bambini

Un altro modo per aiutare concretamente è “adotta una mamma”, “adotta un albero” per supportare la Sardegna, e la serata con protagonista la madrina de IMS Margot Sikabonyi in programma il prossimo 19 agosto


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